Cusco (o, Cuzco, in spagnolo)
L’aereo della compagnia Star Perù (un piccolo quadrireattore con 59 comodi posti della BOAC) dopo un volo piacevole che non ha mancato di offrire scorci deliziosi del paesaggio andino, dopo una bella virata sud/ est/nord…atterra elegantemente nell’aereoporto Alejando Velasco Astete (nome di un aviatore peruviano schiantatosi con il suo aereo per evitare la folla, era il 1925, incuriosita per l’avvenimento di vedere un aereo, invase la pista di atterraggio…), l’uscita dall’aereo è senza fretta, hai memorizzato che sei in una città a 3.400 mt. sul livello del mare, per cui…l’effetto è che tutti noi passeggeri camminiamo al “rallenti”… sembra che siamo “allunati” anzichè atterrati, devi andare piano piano perchè l’ossigeno qui è meno ricco per cui ne risente subito il fisico che ti richiede la necessità di recuperare con altre boccate d’aria extra…l’importante qui è, non correré, il fisico capirà e si riprogrammerà. Usciti dall’aereostazione ci viene incontro il nostro autista che, con la promessa di portarci in albergo “a gratis” ci offre (in un chiosco) una tazza di “Mate de coca”, una specie di tisana di foglie di coca (perfettamente legale) che è indispensabile per il corpo (servirá a equilibrare il corpo per il poco ossigeno che c’è ad alta quota), Karin (il nome del “autista” che súbito dopo si scoprirà come agente di viaggio…), ci invita a salire su una potente 4x4 e ci conduce a un ufficietto in una zona marginale della città proponendo/imponendoci per il “modico” prezzo di 215 Euro, facendo un gioco tipo delle “tre carte”, (aumentando i prezzi, lo scopriremo poi) un “pacchetto tutto incluso” per viaggiare a Machupicchu (nonostante che Cusco sia stata la capitale ufficiale degli Inca, piena oggi di luoghi interessanti e di rovine, l’economia ruota però sulla città isolata nei monti, a 110 Km di distanza, per cui tanti sono gli uffici turistici sparsi nel centro della città, incominciando dall’aereoporto, che propongono pacchetti di 1/2/3 giorni, a differenti prezzi e per tutte le tasche), promettendoci che, se non saremmo stati contenti glielo avremmo potuto comunicare…, insomma, benvenuti nella terra dove quello che ti dicono, non sempre è certo…e quello che sembra certo…non sempre è certo… Il piccolo e simpatico “ Yanantin Guest House ” (150 Dollari x 3 notti, prenotato attraverso il portale “trivago.es”) in pieno centro, ci accoglie con la semplicità e la simpatía da paese che si respira in questa città, è un albergo composto da stanze che si affacciano a un patio all’aperto, l’interno delle stanze è ampio e ti dà il piacere di sentirti inmediatamente in casa, lasciate le valigie iniziamo quindi, Felix ed io, la passeggiata per la tranquilla città andina (non prima di consumare l’ennesima tazza di “mate de coca” offertaci/consigliataci gentilmente dal personale del Yanantin), stà oscurendo e l’effetto magico (insieme alla pioggia che inizia a cadere) delle luci che si accendono, fanno si che l’accoglienza di Cusco sia speciale, le luci tremolanti, gialle, bianche delle case aggrappate alle colline intorno, creano l’effetto di tanti alberi di natale…c’è molto traffico e molti turisti che, come noi, ricorrono le strade e stradette avendo come punto di riferimento la Plaza de Armas, ovvero, la piazza principale, dove si affacciano due chiese (una è la Cattedrale), i portici intorno alla piazza offrono riparo a una pioggia sempre più insistente che (nonostante il parapioggia) ci suggerisce di comprarci, in uno degli innumerevoli negozietti, un utile impermeabile tipo “poncho”. Attirati da suoni cadenzati ci avviciniamo alla cattedrale, di fronte a noi gruppi di danzatrici e danzatori ballano in onore al “Señor de los Temblores” (anche Cusco è una città ad alto rischio terremoto), gli abiti e le mashere che indossano denotano una provenienza antica, sicuramente il rituale da pagano si trasformò in religioso con lo stesso concetto, di allontanare il pericolo di distruzione che rappresenta la terra quando…”brontola”…, è curiosa l’impressione di trovarti di fronte a visi che dichiarano la discendenza dagli antichi Inca…oltre ai danzatori, piccole persone vestite con gli abiti tradizionali, mischiate tra la folla e con la gioventù di oggi, stessa provenienza étnica, però forse portata a dimenticare le proprie origini a favore di un’umanità che cerca altre cose… Dopo una frugale cena con un’ ottima carne accompagnata da una buonissima birra “Cusqueña”, con le scarpe e i pantaloni inzuppati (e meno male che all’arrivo una “inca” del luogo ci disse che sarebbe stata una serata tranquilla…senza pioggia!) finalmente il piacere di rifugiarsi nel Yanantin e, sistemati gli indumenti bagnati al calore di una stufa elettrica, andiamo a dormire pensando che fra poche ore la straordinaria e misteriosa città di Machupicchu si rivelerà ai nostri occhi!!
Napaykuy bella Cusco, Tupananchiskama in Machupicchu (arrivederci a Machu Picchu!!!)
No hay comentarios:
Publicar un comentario