UN VIAGGIATORE QUALSIASI IL 7 DICEMBRE 2011 SCRISSE: Ushuaia ( l’ultima città alla fine del mondo…)
Il turismo mondiale ha scoperto una maniera facile e comoda (...e quasi economica) di sentirsi (quasi) in Antartide…è la piccola città, 80.000 abitanti (che continua a crescere rapidamente a vista d’occhio) di Ushuaia, situata nella "Isla Grande de la Tierra del Fuego", ultimo baluardo di civiltà moderna prima dei ghiacci del grande Polo Sud (pinguini annessi), questa sì, in territorio argentino, e, in Patagonia...
Dopo un piacevole viaggio di 4 ore (partiti dall’aereoporto "cittadino" ,Newbery, di Buenos Aires, di lato al grande e immenso fiume La Plata), l’A320 della LAN (probabilmente chiederò un contributo pubblicità…) scende facendo una virata strepitosa vicino alle Ande, quasi toccandole… (siamo arrivati dove praticamente inizia, o finisce, la più importante catena montuosa dell’America del Sud), e l’emozione si vede negli occhi di vari passeggeri che... dimostrano di non gradire molto la destrezza del comandante insieme a un’ instadibilità dell’atmosfera che provoca i cosiddetti…vuoti d’aria… c’e molto vento nel Canale di Beagle che unisce i due Oceani ,l’Atlantico al Pacifico, e divide il territorio argentino da quello cileno.
Dopo un perfetto atterraggio..., l'Airbus viene accostato dalla passerella che ci premette finalmente di uscire e godere della fresca e frizzante aria pomeridiana, fuori dell'aereostazione ci attende la guida turistica che ci accompagnerà in questi giorni di visita (con me e Felix c’è Marcello con sua moglie, Maria Bonaria) , "Islas Malvinas” (nome delle isole, internazionalmente conosciute come "Falkland", la vecchia disputa argentino/inglese che nel 1982 produsse una stupida guerra con tanti morti...come tutte le guerre...), è il nome dell' aereoporto di Ushuaia (una costruzione tutta in legno con grandi tetti spioventi...), sicuramente per non dimenticare le isole tanto contese...
Simpatico e professionale, il nostro agente turistico, nel pulmino che ci trasporta, ci racconta un pò il programma proponendoci varie escursioni extra, il sole intanto regna sovrano, è primavera come in tutto l'emisfero sud (qui, fredda...), il viaggio è breve, la penisola dove è situato l'aereoporto è quasi attaccata alla città, praticamente nemmeno il tempo di sedersi che già si arriva a destinazione, l'Hotel (giusto nella strada principale, la calle San Martin), ci accoglie con il suo caldo confort da alberghi di montagna... Sistemati i bagagli iniziamo subito a curiosare per le strade della città, negozi e negozietti propongono la moda dell'estate..., è difficile credere che un posto tanto freddo possa offrire temperature tali da permettere di indossare pantaloncini corti e magliette leggere..., probabilmente è più una proposta per turisti che vogliano poi portarsi via gli indumenti da indossare in posti più... caldi..., l’aria pura e fredda fà si che tutto risulta chiaro, i colori risaltano, il sole che inizia ad abbandonarci crea ombre sempre più lunghe intorno a noi, animando ancora di più, tutti noi, arrivati da mezzo mondo, a cercare ristoro e calore in uno degli innumerevoli ristoranti, pizzerie e birrerie. Girovagando per le strade del porto ci imbattiamo in un curioso pub/pasticceria, è tutto in legno, dimostra gli anni (c'è da giurare che sia uno dei più vecchi della città), la vetrina attrae per una particolare proposta, un grande vassoio pieno di dolci di "pinguini", dal manto di cioccolato nero e il corpo di cioccolato bianco, l'ambiente all'interno è accogliente, decorato con fantasia, un'infinità di oggetti...di vecchie fotografie..., raccolti e riuniti in questo affascinante bazaar del ricordo..., nel menù richiama l'attenzione una birra artigianale locale, si chiama "Beagle" e prende ovviamente ispirazione dal nome del Canale dove si affaccia Ushuaia, siamo rapiti e colpiti, è buonissima! siamo talmente contenti che decidiamo eleggerla "souvenir" per il turista, che, arrivando in questo angolo alla "fine del mondo", dovrà assolutamente provarla (e magari portarsi a casa una o due bottiglie...).
Dopo una notte ristoratrice al caldo del riscaldamento dell'hotel (fuori la temperatura scende rapidamente nonostante sia primavera...,spesso e volentieri piove per ore...), e una colazione robusta, puntuale arriva il bus che ci condurrà, raccogliendo dai vari vecchi e (tanti) nuovi Hotel sparsi per la città, altri compagni di escursione, per condurci al Parco Nacional de la Tierra del Fuego. Ushuaia fù fondata a fine 800', il clima rigido faceva sì che pochi erano interessati a viverci, ai primi del 1900' si decise di aprire una colonia penale (il fatto che sia in un' isola ne aumentava la sicurezza..), costruendo un carcere (diventato adesso un museo con tanto di visita alle vecchie celle...fredde, senza riscaldamento ieri e oggi..., e con caffetteria e vendita souvenirs, con riscaldamento...). I due principali lavori a cui erano sottoposti i reclusi erano quello di tagliare gli alberi (la città ne è circondata...) per utilizzarli poi come mezzo di riscaldamento per il paese e per lo stesso carcere...(magari...), o lavorare nelle miniere ricche di minerali, per facilitare il trasporto l'amministrazione decise quindi di costruire una strada ferrata dove circolava un piccolo treno con pianali per il trasporto sia dei materiali che dei carcerati, oggi, quel treno non esiste più, soppiantato però oggi da un più turistico "Treno del fin del mundo"... , tre convogli in totale, di differenti colori e tipologie, e tutti con carrozze riscaldate e comodi divani, che fanno servizio coprendo i 7 chilometri ( sembrano i classici trenini da visita turística che si vedono nelle citta`...) del percorso "storico"...
La piccola e confortevole stazioncina posta giusto all'inizio del Parco Nazionale, accoglie le miriadi di turisti, prima della partenza dei treni, illustrando, attraverso fotografie, oggetti e didascalie, la storia dei carcerati che lì, per 45 anni, lavorarono , dando già una prima impressione di quello che si vedrà poi dal treno, una vasta area dove il tempo si è fermato, imbalsamato... lì adesso sono rimaste le basi delle centinaia di alberi tagliati negli anni che, testimoni muti, appaiono come dei pallidi ricordi di un passato non troppo lontano.
Abbandonato il treno, a fine percorso, continuamo la visita del Parco incrociando fiumi ricchi di acqua e laghetti "artificiali", nati dal lavoro di centinaia di castori che, (importati dall'America del Nord molti anni orsono), qui hanno proliferato, trovando una nuova patria, minaccia odierna per la natura (il castoro crea un suo habitat...abbattendo gli alberi che, bloccando il corso dei fiumi, fanno sì che l'acqua inondi e crei i laghetti, che a sua volta, imputridiscono le radici degli alberi circostanti uccidendoli).
La natura nel Parco è protetta (i castori..., no, si cerca di eliminarli per limitare i danni...con poco successo), leggi severe impongono il rispetto dei luoghi (...chi fuma è obbligato a portarsi con sè la "cicca", per poi gettarla nella prima pattumiera utile...), l'acqua è sovrana insieme al verde degli alberi e la vegetazione, un susseguirsi di insenature ci confondono continuamente, quale è l'acqua dolce e qual'è l'acqua salata del mare... Rientrati dalla gita in città, decidiamo di imbarcarci nel pomeriggio (dopo un buon pranzo "patagonico"...) per una escursione in battello nel mare di Beagle..., il porto di Ushuaia è senza moli di protezione perchè lo stesso canale fà da riparo naturale, il gioco della natura qui è magnifico, le montagne (a poche centinaia di metri dal mare), solamente alte al massimo 1200 metri, fino ai 600 metri sono ricche di alberi e di vegetazione, e più in sù sono perfettamente “pelate” (qui la temperatura dai 600 metri in sù è sempre sotto lo zero e non permette la crescita di piante…siamo a due passi dal Polo…) offrendo imbiancature perenni.
Il canale di Beagle, è un mare ricco di pesca e un rifugio perfetto per le colonie di leoni marini, di piccoli pinguini e uccelli di tante specie che hanno scelto questi paraggi come loro casa, tante sono le agenzie (le trovi nel porto, una decina, in casottini di legno, una accanto all'altra), che propongono escursioni a tutte le ore..., per potere osservare da vicino le creature che vivono negli isolotti, un’emozione da vivere, meglio ancora se si sceglie (come abbiamo fatto noi) un battello per poche persone (normalmente il tour è espletato da catamarani per un centinaio di viaggiatori...).
Non prima di avere caricato a bordo un ultimo gruppo di turisti ritardatari, nel pomeriggio inoltrato, il battello salpa per la visita, siamo tutti eccitati, la simpatica guida Ana (di Ushuaia), subito ci contagia con la sua naturale allegria...ci racconta con dettagli, ci illustra insegnandoci le mappe navali, i luoghi che visiteremo e raccontandoci la vita degli esseri che abitano in questo spicchio di mondo...
Nel suo girovagare il battello compie le soste programmate, avvicinandosi prudentemente agli isolotti, sia per non disturbare troppo e anche per sicurezza... il che ci permette di osservare nel loro habitat naturale ...i pigri e grassi leoni marini che, svolgono la vita di tutti i giorni, dormendo, tuffandosi e nuotando nelle acque profonde...o litigando tra di loro..., o le migliaia di uccelli che, condividendo lo spazio, posano immobili come statue, osservando il cielo australe che ci ricorda che tra non molto il sole tramonterà... mentre il battello inizia così il rientro al porto... seduto a prua, affrontando il vento freddo che con forza mi avvolge, osservando i monti che poco a poco spariscono nella notte incipiente...esprimo il desiderio di ritornare un giorno in questi luoghi..., per ritrovare la magica atmosfera..., per ritornare a rivedere la... "Fine del mondo" …
G:G:
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