domingo, 14 de julio de 2013

Lisboa!

                Lisboa!                        

Non mi ricordo quante volte sono venuto a Lisbona, ma ogni occasione è per me un vero piacere, per ritornare e godere, nel gironzolare per la città, i suoi angoli nascosti, la vita di tutti i giorni e la semplice ospitalità della gente di questa terra lusa.                E questa volta, nella “Moreria”, uno dei più antichi quartieri della cittá che si salvo`dal terremoto del 1755 (che praticamente rase al suolo quasi tutta la città), abbiamo affittato, ad un giovane pittore giramondo,  un piccolo appartamento, per i nostri giorni di permanenza a Lisboa.   Composta da tre stanze, la casa è al secondo piano (per arrivarci, strette scale rigorosamente in legno, con sistema "meccanico", a catena, per l'apertura "a distanza" del portone...), in un vecchio complesso di case dei primi anni del '900 (dal nome Villa Luz Pereira), sull'alto della collina (incluso nel prezzo...uno splendido panorama!).      L'edificio (con pianta ad "U") ha una serie di ballatoi che si affacciano su un cortile, che è al tempo stesso la facciata principale e che dà ad una stretta stradina.   A destra della strada, ripide scalinate portano alla parte bassa del quartiere, mentre, a sinistra, una stradina  sfocia su altre ripide stradine mozzafiato, con negozi e negozietti, alcuni aperti ed altri chiusi da tempo..., e, costante, il segno del degrado...    E, una volta sistemati, per godere della luce del sole che volge al tramonto, usciamo dalla casa con l'intenzione di andare a cenare in un ristorante casareccio, consigliatoci dalla nostra amica Lynn, situato in una vecchia cantina.   Gironzolando piacevolmente per le vecchie strade, qui e là, le facciate delle case mostrano con disinvoltura i caratteristici “azulejos” (mattonelle, dipinte con disegni dalle tante tonalità, che rivestono vecchi, nuovi, grandi e piccoli palazzi).    Gli edifici con gli azulejos, sparsi nelle colline che fanno da corollario al centro della città, si offrono al visitante insieme a spettacolari vedute, che ci consentono di godere della vista di questa elegante urbe.    Tra edifici in rovina ed altri freschi di restauro, locali di ritrovo all'interno di antichi edifici una volta diroccati... (un successo del momento a Lisboa, entri e sali, magari al primo piano e li, ti trovi un ristorante nelle stanze di un antico palazzotto), finalmente incontriamo il locale che ci accoglie con la sua aria da osteria di un tempo, invitandoci a scendere i pochi  gradini.   Sembra una grande cucina, con le mattonelle bianche che ricoprono i muri, vari televisori trasmettono una partita di calcio (che si fá per non perdere i clienti...), tutti i tavoli sono occupati da clienti allegri e vocianti e consumando le pietanze preparate da abili cuochi, in un’atmosfera decisamente familiare (insieme al fumo delle sigarette che, qui, è tollerato...).     Piatti cucinati con tutti i sacri crismi (è tipico, in Portogallo, ogni portata è talmente abbondante che molto spesso non si riesce a finirla...), dal pesce alla carne, con contorni semplici e saporiti, patate o broccoli, verdure belle da ammirare e gustose da assaporare, e, da non perdere, il piatto principe, il “baccala”, il tutto dai prezzi incredibilmente economici..    E, dopo un'abbondante mangiata (abbiamo dovuto aspettare...bevendo varie birre...ma ne è valsa la pena...), e una notte ristoratrice, una nuova radiosa giornata ci accoglie.    La ”città bianca” (cosi é conosciuta Lisboa, per la luce particolare che illumina le strade e le piazze, un gioco creato dalle tonalità dei colori delle case, i tetti arancionati, il grande estuario del fiume Tajo e l'aria proveniente dall'oceano, a pochi chilometri di distanza), si mostra ancora una volta per essere ammirata.   E noi, volentieri , ci mettiamo in marcia, armati di macchina fotografica, e,  non prima di avere consumato un profumato caffè, accompagnato da una saporita pastarella, in uno degli innumerevoli e animati caffè della "praza de Figueira".   Su suggeriento della nostra amica, nel Largo Martim Moniz ci mettiamo in fila, insieme ad una nutrita schiera di turisti e lisbonesi, per prendere il piccolo tram giallo della linea 28 che unisce le colline, la Alfama, con il castello di Sao Jorge, la cattedrale ed il Pantheon, al, Chiado (con la sua elegante zona commerciale ).    Vanto e divertimento dei turisti, i vecchi mezzi elettrici, coprono i percorsi delle centenarie linee di trasporto pubblico, circolando per le piccole e strette strade dei quartieri della città vecchia, in un sali-scendi mozzafiato, mettendo a dura prova i forti motori e i freni dei mezzi, vecchie glorie mantenute in vita per il piacere dei turisti e la comodità dei residenti, con gli arredamenti d’epoca curati, finestrini e sedili in legno, e una simpatica e squisita gentilezza dei conducenti.    E`un ritornare indietro nel tempo, ai nostri occhi, la città si mostra nella sua vita giornaliera, come il set di un vecchio film, edifici con eleganti decorazioni, altri, mezzo in rovina, che aspettano da tempo immemorabile, la mano di un restauro “urgente”.   Piazze e piazzette si propongono ai nostri occhi, antichi negozietti  che espongono  vecchie mercanzie...,  insieme alle innumerevoli caffetterie - pasticcerie, vanto cittadino, dandoci la voglia, ad ogni fermata del tram, di scendere per andare a scoprire direttamente da vicino, e con calma, e godere della storia nascosta ad ogni angolo della cittá.   La linea del tram 28, nel suo percorso, scendendo dalla collina dell'Alfama,  entra nell'elegante scenario dei sontuosi  palazzi della Baixa (in pianura), il quartiere fatto costruire dal marchese di Pombal, che, subito dopo il terremoto del 1755, disegnò la nuova Lisboa.   Larghe strade (che oggi in parte sono chiuse al traffico dei veicoli, per la gioia dei pedoni) confluiscono nell'elegante “praca do Comercio”, il salotto che si affaccia, come un grande balcone, sull’estuario del fiume Tejo, metà fiume, metá mare...    E, dopo un piacevole viaggio, il tram finisce la sua corsa nel piazzale del Cimitero Monumentale che ospita le memorie della vita di un tempo...     Nel silenzioso testimone, immerso nel verde degli alberi, tanti i turisti che, come noi, cercano nomi legati alla storia del Portogallo.   Nella tranquilla passeggiata ci imbattiamo anche su personaggi della città, non noti a noi, un tempo sicuramente facoltosi, che, anche nella pace eterna, i vivi, hanno voluto illustrare nelle presuntuose e pompose strutture artistiche, un potere oramai inutile...    La passeggiata ci riporta all'ingresso del cimitero, e, seguendo il percorso delle rotaie del tram, torniamo a piedi verso il centro della città, e, tra le tante strade che incrociamo, le piazze e piazzette, decidiamo di fermarci per pranzare in un'osteria dal nome, " Imperial da Estrela".    Caspita, a prima vista l'nterno del locale non sembra dei migliori..., ma, tentiamo la sorte, convinti che qui si mangerà bene, accolti dal ristoratore che ci accoglie come amici di sempre.    Non molti i piatti proposti, ma tutti sicuramente ottimi da gustare, e, tra un bicchiere di "Vino Verdhe" e un assaggio di un gustoso pane, in attesa delle pietanze scelte, osserviamo la clientela che anima il locale.  Dà l'impressione che siano tutti abitudinari del ristorante, come se fosse una grande casa per gli amici e i vicini di casa.   Da, chi legge con interesse e commenta a voce alta gli articoli del giornale, alla vecchietta che arriva stanca e desiderosa di chiacchierare (e trova assolutamente tanti che contraccambiano...).    Un mondo fermo nel tempo, la vita del quartiere che continua ogni giorno in maniera uguale, senza cambiamenti, un'umanità ricca e desiderosa di scambi di affetto, senza richiedere nulla in cambio...    A chiusura del pasto, consumato un delizioso caffè, riprendiamo la passeggiata godendo delle vedute improvvise che si presentano ai nostri occhi, mentre un piacevole vento ci rinfresca animandoci a continuare la passeggiata.    Lisboa ci ricorda, disinvoltamente, ogni tanto, quanto, un tempo passato, sia stata la capitale di un grande Impero..., non vergognandosi dello stato di decadenza che vive da tempo immemore.    Peró, grazie a questo, nasce il piacere di  visitarla, e di ritornare, scoprendo ogni volta il passato che non si nasconde ma si propone, come, per esempio, ricordando la tragedia del devastante incendio del 1959 che quasi distrusse completamente la Igresia de Sao Domingo, che accoglie oggi il fedele ed il visitante mostrando le sue ferite di allora, come monito, forse, per ricordare la forza della natura e la debolezza dell'essere umano.    E, mentre la notte scende lentamente, spegnendo poco a poco la particolare luce che illumina la città, un immaginario sipario si chiude, dichiarando concluso il giorno.    E noi, innamorati dichiarati di questa cittá, gustiamo con soddisfazione l'essere qui, e assaporare con gusto, il piacere che questa nuova visita a Lisboa, ci ha dato...

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