Lisboa!
Non mi ricordo quante volte sono venuto a Lisbona, ma ogni occasione è per
me un vero piacere, per ritornare e godere, nel gironzolare per la città, i
suoi angoli nascosti, la vita di tutti i giorni e la semplice ospitalità della
gente di questa terra lusa. E questa volta, nella “Moreria”, uno dei più
antichi quartieri della cittá che si salvo`dal terremoto del 1755 (che
praticamente rase al suolo quasi tutta la città), abbiamo affittato, ad un giovane
pittore giramondo, un piccolo appartamento,
per i nostri giorni di permanenza a Lisboa.
Composta da tre stanze, la casa è al secondo piano (per arrivarci,
strette scale rigorosamente in legno, con sistema "meccanico", a
catena, per l'apertura "a distanza" del portone...), in un vecchio
complesso di case dei primi anni del '900 (dal nome Villa Luz Pereira), sull'alto della collina (incluso
nel prezzo...uno splendido panorama!).
L'edificio (con pianta ad "U") ha una serie di ballatoi che si
affacciano su un cortile, che è al tempo stesso la facciata principale e che dà
ad una stretta stradina. A destra della strada, ripide scalinate
portano alla parte bassa del quartiere, mentre, a sinistra, una stradina sfocia su altre ripide stradine mozzafiato,
con negozi e negozietti, alcuni aperti ed altri chiusi da tempo..., e,
costante, il segno del degrado... E, una
volta sistemati, per godere della luce del sole che volge al tramonto, usciamo dalla
casa con l'intenzione di andare a cenare in un ristorante casareccio, consigliatoci
dalla nostra amica Lynn, situato in una vecchia cantina. Gironzolando
piacevolmente per le vecchie strade, qui e là, le facciate delle case mostrano
con disinvoltura i caratteristici “azulejos” (mattonelle, dipinte con disegni
dalle tante tonalità, che rivestono vecchi, nuovi, grandi e piccoli
palazzi). Gli edifici con gli azulejos, sparsi nelle colline
che fanno da corollario al centro della città, si offrono al visitante insieme
a spettacolari vedute, che ci consentono di godere della vista di questa
elegante urbe. Tra edifici in rovina
ed altri freschi di restauro, locali di ritrovo all'interno di antichi edifici una
volta diroccati... (un successo del momento a Lisboa, entri e sali, magari al
primo piano e li, ti trovi un ristorante nelle stanze di un antico palazzotto),
finalmente incontriamo il locale che ci accoglie con la sua aria da osteria di
un tempo, invitandoci a scendere i pochi gradini.
Sembra una grande cucina, con le mattonelle
bianche che ricoprono i muri, vari televisori trasmettono una partita di calcio
(che si fá per non perdere i clienti...), tutti i tavoli sono occupati da clienti
allegri e vocianti e consumando le pietanze preparate da abili cuochi, in
un’atmosfera decisamente familiare (insieme al fumo delle sigarette che, qui, è
tollerato...). Piatti
cucinati con tutti i sacri crismi (è tipico, in Portogallo, ogni portata è
talmente abbondante che molto spesso non si riesce a finirla...), dal pesce alla
carne, con contorni semplici e saporiti, patate o broccoli, verdure belle da
ammirare e gustose da assaporare, e, da non perdere, il piatto principe, il
“baccala”, il tutto dai prezzi incredibilmente economici.. E,
dopo un'abbondante mangiata (abbiamo dovuto aspettare...bevendo varie
birre...ma ne è valsa la pena...), e una notte ristoratrice, una nuova radiosa
giornata ci accoglie. La ”città
bianca” (cosi é conosciuta Lisboa, per la luce particolare che illumina le
strade e le piazze, un gioco creato dalle tonalità dei colori delle case, i
tetti arancionati, il grande estuario del fiume Tajo e l'aria proveniente
dall'oceano, a pochi chilometri di distanza), si mostra
ancora una volta per essere ammirata. E
noi, volentieri , ci mettiamo in marcia, armati di macchina fotografica, e, non prima di avere consumato un profumato
caffè, accompagnato da una saporita pastarella, in uno degli innumerevoli e
animati caffè della "praza de Figueira". Su
suggeriento della nostra amica, nel Largo Martim Moniz ci mettiamo in fila,
insieme ad una nutrita schiera di turisti e lisbonesi, per prendere il piccolo
tram giallo della linea 28 che unisce le colline, la Alfama, con il castello di
Sao Jorge, la cattedrale ed il Pantheon, al, Chiado (con la sua elegante zona
commerciale ). Vanto e
divertimento dei turisti, i vecchi mezzi elettrici, coprono i percorsi delle
centenarie linee di trasporto pubblico, circolando per le piccole e strette
strade dei quartieri della città vecchia, in un sali-scendi mozzafiato,
mettendo a dura prova i forti motori e i freni dei mezzi, vecchie glorie
mantenute in vita per il piacere dei turisti e la comodità dei residenti, con gli
arredamenti d’epoca curati, finestrini e sedili in legno, e una simpatica e
squisita gentilezza dei conducenti. E`un ritornare indietro nel tempo, ai nostri
occhi, la città si mostra nella sua vita giornaliera, come il set di un vecchio
film, edifici con eleganti decorazioni, altri, mezzo in rovina, che aspettano
da tempo immemorabile, la mano di un restauro “urgente”. Piazze e piazzette si propongono ai nostri
occhi, antichi negozietti che
espongono vecchie mercanzie..., insieme alle innumerevoli caffetterie - pasticcerie,
vanto cittadino, dandoci la voglia, ad ogni fermata del tram, di scendere per
andare a scoprire direttamente da vicino, e con calma, e godere della storia
nascosta ad ogni angolo della cittá. La
linea del tram 28, nel suo percorso, scendendo dalla collina dell'Alfama, entra nell'elegante scenario dei sontuosi palazzi della Baixa (in pianura), il quartiere
fatto costruire dal marchese di Pombal, che, subito dopo il terremoto del 1755,
disegnò la nuova Lisboa. Larghe strade (che
oggi in parte sono chiuse al traffico dei veicoli, per la gioia dei pedoni) confluiscono
nell'elegante “praca do Comercio”, il salotto che si affaccia, come un grande
balcone, sull’estuario del fiume Tejo, metà fiume, metá mare... E,
dopo un piacevole viaggio, il tram finisce la sua corsa nel piazzale del Cimitero
Monumentale che ospita le memorie della vita di un tempo... Nel silenzioso testimone, immerso nel
verde degli alberi, tanti i turisti che, come noi, cercano nomi legati alla
storia del Portogallo. Nella tranquilla
passeggiata ci imbattiamo anche su personaggi della città, non noti a noi, un
tempo sicuramente facoltosi, che, anche nella pace eterna, i vivi, hanno voluto
illustrare nelle presuntuose e pompose strutture artistiche, un potere oramai
inutile... La passeggiata ci riporta all'ingresso del
cimitero, e, seguendo il percorso delle rotaie del tram, torniamo a piedi verso
il centro della città, e, tra le tante strade che incrociamo, le piazze e
piazzette, decidiamo di fermarci per pranzare in un'osteria dal nome, "
Imperial da Estrela". Caspita, a prima vista l'nterno del locale non sembra dei migliori..., ma, tentiamo la sorte, convinti
che qui si mangerà bene, accolti dal ristoratore che ci accoglie come amici di
sempre. Non molti i piatti proposti, ma
tutti sicuramente ottimi da gustare, e, tra un bicchiere di "Vino
Verdhe" e un assaggio di un gustoso pane, in attesa delle pietanze scelte,
osserviamo la clientela che anima il locale.
Dà l'impressione che siano tutti abitudinari del ristorante, come se
fosse una grande casa per gli amici e i vicini di casa. Da, chi legge con interesse e commenta a
voce alta gli articoli del giornale, alla vecchietta che arriva stanca e
desiderosa di chiacchierare (e trova assolutamente tanti che
contraccambiano...). Un mondo fermo nel tempo, la vita del
quartiere che continua ogni giorno in maniera uguale, senza cambiamenti,
un'umanità ricca e desiderosa di scambi di affetto, senza richiedere nulla in
cambio... A chiusura del pasto,
consumato un delizioso caffè, riprendiamo la passeggiata godendo delle vedute improvvise
che si presentano ai nostri occhi, mentre un piacevole vento ci rinfresca
animandoci a continuare la passeggiata.
Lisboa ci ricorda, disinvoltamente, ogni tanto, quanto, un tempo
passato, sia stata la capitale di un grande Impero..., non vergognandosi dello
stato di decadenza che vive da tempo immemore. Peró, grazie a questo, nasce il piacere
di visitarla, e di ritornare, scoprendo
ogni volta il passato che non si nasconde ma si propone, come, per esempio, ricordando
la tragedia del devastante incendio del 1959 che quasi distrusse completamente
la Igresia de Sao Domingo, che accoglie oggi il fedele ed il visitante mostrando
le sue ferite di allora, come monito, forse, per ricordare la forza della
natura e la debolezza dell'essere umano.
E, mentre la notte scende
lentamente, spegnendo poco a poco la particolare luce che illumina la città, un
immaginario sipario si chiude, dichiarando concluso il giorno. E noi, innamorati dichiarati di questa
cittá, gustiamo con soddisfazione l'essere qui, e assaporare con gusto, il
piacere che questa nuova visita a Lisboa, ci ha dato...
Até logo... amigos
lusi, ...até logo...LISBOA!