UN VIAGGIATORE QUALSIASI IL 16 DICEMBRE 2011 SCRISSE:
El Calafate, ovvero, il ghiacciaio “Perito Moreno”
Un “successo” turístico argentino è il ghiacciao "Perito Moreno" (Francisco Pascasio Moreno, di lavoro, perito..., fù colui che dalla fine del '800 percorse la Patagonia in lungo e in largo, studiandola e appassionandosi alla conservazione della natura e che riusci, con la sua tenacia, a far dichiarare tutta l'area dei ghiacciai, nel 1937,"Area protetta", mentre nel 1971 il governo argentino la dichiarò finalmente "Parco e riserva nazionale dei ghiacciai"), e la città di El Calafate (non molto tempo fà, un piccolo paesino), in piena pampa... sulle rive del Lago Argentino (uno dei più grandi del mondo). L’Airbus (dopo un breve volo da Ushuaia a Calafate..), atterra con dolcezza nella pista del nuovo aereoporto "Comandante Armando Tola"... (attrezzato per ospitare le centinaia di turisti che, attirati dalla fama del ghiacciaio arrivano a valanghe ogni giorno), nonostante il forte vento (qui è di casa) che da giorni batte nella valle/altipiano del grande Lago (che una volta...tanto... tempo... fà... era il letto di un ghiacciaio lungo 200 km...), praticamente senza ostacoli..., senza alberi, che non riescono a crescere (per il vento...), un deserto. La guida dell’agenzia “Prestigio” ci accoglie facendoci accomodare nel piccolo bus (con un piccolo traino, per i bagagli...) per percorrere i 23 chilometri che uniscono l'Armando Tola alla città, la luce del sole si proietta chiara sui maestuosi altipiani intorno a noi (solamente crescono arbusti e alberelli piccoli e bassi), Calafate (18.000 abitanti, incassata in una piccola valle che la protegge), ci riceve con le sue piccole case sparse qui e là (anche qui lo spazio abbonda...), basse e colorate, ottime protezioni per gli alberi che, qui, finalmente, possono crescere, l'impressione è curiosa, sembra un Parco Tematico... con ristoranti ed alberghi "a tema" con colori vivaci... (tra questi il nostro hotel "Quijote", Don Chisciotte...nuovo di zecca), che in questo momento stanno crescendo come funghí (insieme alle agenzie di viaggio), ristoranti, caffetterie, pizzerie, un casinò, tanti negozi e negozietti, che contribuiscono al miracolo económico, dando opportunità ai tanti giovani argentini (e non), di lavorare e vivere qui. E' già l'ora del pranzo, depositate le valigie, ci avviamo verso il ristorante "La Tablita", con il desiderio di provare il pìatto del luogo "il cordero patagonico" (Marcello aveva riservato...), il personale del ristorante, molto professionale, ci assegna un tavolo nel grande salone ben riscaldato (fuori fà freddo...), ovviamente chiediamo di mangiare l'agnello (cordero...), cotto al punto giusto, alla brace (lo cuociono in una stanza "isolata" da pareti di vetro, alla vista di chiunque...), accompagnato magari da un ottimo vino argentino di Mendoza…, il ristorante và riempiendosi rapidamente..., ed effettivamente, l'attesa è premiata, e lo stomaco...pure...! Dopo una meritata "siesta" decidiamo di finire il giorno girovagando senza la minima fretta per il centro (la verità è che è tutto molto raccolto...), casette rustiche, basse, in legno...che si affacciano nella strada principale... propongono souvenirs, tanto cioccolato e molte varietà di abbigliamento per la montagna...e tanto relax per tutti!! Con il vento che continua a spirare molto forte, la mattina dopo puntualmente arriva il bus che, come a Ushuaia, fà il giro dei vari hotel, e anche qui, raccogliendo i turisti che faranno con noi l'escursione programmata, la visita al Ghiacciaio..., la strada poco trafficata (per lo più si incrociano pulman turistici...), ci offre una natura inospitale ma affascinante, qui è normale incontrare gli arbusti che danno i piccoli frutti selvatici (e che danno il nome alla città, Calafate), che, una volta maturi, offrono la possibilità di essere trasformati in gustose marmellate. In poco tempo arriviamo quindi all'ingresso del "Parco Nacional los Glaciares" (bisogna pagare una tassa, 100 Pesos, per entrare), un nutrito numero di “ranger” vigilano affinchè venga rispettata la natura e dove vigono rigorosi divieti quali (come a Ushuaia) quello di conservare con sé eventuali mozziconi di sigarette o quant'altro insozzi i luoghi (lo stesso divieto vale per il lago, chi trasgredisce è multato…), portandoseli in una busta per poi gettarli nella spazzatura una volta rientrati in città... Una volta pagata la tassa il bus riprende il viaggio affrontando le curve del monte/penisola di Magallanes, di lato a noi ci accompagna un ramo del lago Argentino...ogni curva ci fà sperare di vedere il ghiacciaio...e, finalmente..., si scorge il mare bianco!!!... l'arrivo è emozionante, la vista si perde tra le nubi che cingono i monti...in lontananza, questo fiume solido di ghiaccio non permette di calcolare le distanze… un gigantesco muro che è una selva di migliaia di guglie (alto 60 metri...), con una tavolozza di colori inimmaginabile, partendo dal bianco e passando alle delicate varietà dell’azzurro…con strisciate ogni tanto di marrone (le terre, che, si attaccano al ghiaccio nel lento cammino...), un'area di 30 km di profondità (fino alle cime...) e 5 (la parte frontale che finisce nel lago...) di larghezza. Dal ghiacciaio Viedma all'Upsala, dallo Spegazzini al Perito Moreno..., tutti si muovono intorno ai 2 metri all'anno, scendono a valle, arrivano sulle sponde del lago Argentino (e il lago Viedma, grande quasi come il primo), e si gettano nelle gelide acque verde smeraldo/latte (il colore si deve alle micro-particelle dei minerali raccolti dalla massa di ghiaccio che, nella discesa, vengono poi trascinati nel lago), e alla temperatura dell’acqua che è costante tutto l'anno, và dai 2 ai 5 gradi c. (come ci spegarono, se uno per disgrazia, cade nel lago, ha 5 minuti di vita prima di morire per congelamento…), le particolari condizioni metereologiche nelle cime dei monti fanno sì che si forma continuamente il ghiaccio attraverso le forti nevicate, che, caricando, spingono poi a valle la massa gelata... Ogni tanto forti rumori richiamano l'attenzione (ricordano un legno quando viene aperto con forza, in due parti…) sono i segnali delle rotture...del ghiaccio, poi, pezzi grandi o piccoli, cadono nel lago creando esplosioni improvvise, unendosi così ai tanti e tanti blocchi,di iceberg grandi e piccoli che poco a poco andranno a "passeggiare" per il lago... Per osservare questo spettacolo (che mai si interrompe), sono state create una serie di passerelle, aggrappate nel monte di fronte al Perito Moreno, che salgono e scendono e si collegano a un confortevole ristorante/caffetteria..., e che permettono al visitante di osservare e ammirare da vicino il colosso, o sedersi per ascoltare la voce del ghiacciaio... questa affascinante meraviglia della natura... Al rientro a Calafate ci animiamo a fare il giorno dopo il tour dei ghiacciai...e, finalmente seduti di nuovo al ristorante La Tablita...concludiamo la serata, facendo onore a un gustosissimo piatto di cordero patagonico.... La mattina presto un nuovo bus ci accoglie, questa volta si unisce a noi un folto gruppo di una parrocchia italiana, dopo un veloce viaggio arriviamo al porto di Punta Bandera, tanti i pulmann turistici che affollano il parcheggio... una passerella ci conduce a un grande catamarano, insieme alle centinaia di altri turisti, ci accomodiamo nelle confortevoli poltrone con i monitor distribuiti qui e là che ci illustrano (come negli aerei...) la cartografia, dove siamo, e il percorso che faremo. Finalmente il viaggio inizia, il verde chiaro/latte dell'acqua piatta sembra un pavimento tirato a lucido...non si vede la profondità (che in certi punti arriva ai 1000 metri...), l'unica cosa che smuove la piattezza del "pavimento" sono le onde che si creano grazie alle eliche e allo scafo del battello... dopo un viaggio di un'ora ci fermiamo di fronte a un gigantesco "iceberg" dalle mille tonalità, dal celestino al bleu, con spettacolari gradazioni, grazie al sole che, battendo nelle pareti sinuose...produce effetti bellissimi...è un grande "mostro galleggiante", solamente la parte che è di fronte a noi sarà alta una decina di metri (la parte sommersa è tre volte più lunga, nell'acqua dolce, ci dicono). Il catamarano continua lentamente a girare, muovendosi prudentemente di fronte all'iceberg per dare opportunità a tutti i passeggeri di potere ammirare e fotografare, e farsi le fotografie di rito... Abbandonato finalmente il freddo colosso l'imbarcazione riparte in direzione del ghiacciaio Upsala, poco a poco iniziamo a incrociare nuovi iceberg...il comandante ci spiega quindi che per ragioni di sicurezza, la nave si fermerà a 13 km dal ghiacciaio, il fiordo che conduce al Upsala è stretto e troppi sono gli iceberg in movimento, tempo prima ( ci spiegano), un'imbarcazione piena di turisti rimase bloccata dagli iceberg per un giorno intero e, tanta fù la paura di finire a picco, che adesso le imbarcazioni si mantengono lontane... siamo un pò delusi, ma sappiamo coscientemente che è meglio per tutti noi..., dopo l'ennesima sosta per le fotografie... l'imbarcazione riparte per il ghiacciaio Spegazzini, altro viaggio di un'ora e, finalmente, tra le montagne che ci abbracciano, maestuosa si mostra a noi la grande muraglia di ghiaccio alta 100 metri...! Diventato orami un rito...tutti finiamo per posare con lo sfondo del ghiacciaio... e con il solito vai e vieni del battello che circola molto da vicino... (questo è un ghiacciaio "tranquillo"... "cadono" pochi pezzi...), finalmente la prua del catamarano punta all'ultimo appuntamento dell'escursione, il lato nord, del Perito Moreno. Finalmente, dopo altre due ore di viaggio arriviamo alla muraglia, siamo tutti curiosi di vedere se si staccano pezzi dal muro di ghiaccio... ed effettivamente ogni tanto, un rimbombo richiama la nostra attenzione, pezzi che si staccano finiscono nelle acque tranquille del lago..., il nostro viaggio volge al termine, il catamarano dopo le solite passeggiate vicino alla muraglia, riparte e tutti noi, sonnecchiando al caldo del confortevole salone... ritorniamo verso Porto Bandera con il ricordo di questi giorni indimenticabili... , l'Argentina sà che tutto il mondo segue con interesse questa meraviglia (nel 1981 l'UNESCO ha incluso il Parco, nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità) che, ci auguriamo tutti, possa continuare a vivere riproducendosi... ...da Calafate un altro aereo ci riporterà a Buenos Aires e poi un altro ancora a Lima e...,un ultimo, a Madrid... Molte le sensazioni che ci portiamo con noi e molto da riflettere...sicuramente però, siamo certi che, solamente viaggiando possiamo capire le differenze del mondo..., accettarle ed amarle..., o no? Hasta pronto...a si biere...Napaikuy!! GianniGarbati