domingo, 29 de enero de 2012

Buenos Aires!


UN VIAGGIATORE QUALSIASI IL 19 NOVEMBRE SCRISSE:                                                                                                                                        
Buenos Aires! (Parte Prima)
Prima di prendere la decisione di dove apprendere la lingua spagnola…se a Madrid, Barcellona…,Buenos Aires era, come dire, la città che più mi attirava, poi, per differenti motivi, optai per la capitale spagnola, non mi pento affatto, però, l’appuntamento con questa bella città, era prima o poi da compiere.

Ed eccoci qui, volo splendido con altre spettacolari vedute delle Ande (da Lima l’aereo, della LAN, volò costeggiando la costa peruviana poi quella cilena e, al momento di attraversare la catena montuosa l’annuncio del comandante: Stiamo per attraversare le Ande…si prega di allacciare le cinture di sicurezza!), non ci fù nessuna turbolenza, e…in un battito d’ali, l’aero atterrò all’aereoporto Ministro Pistarini (un militare degli anni 40…) di Buenos Aires!!! “Non piangere per me argentinaaa…”, La terra di Peron, di Evita, dei colonnelli che massacrarono 30.000 conterranei in un’assurdo tentativo di controllare l’incontrollabile…, la terra delle enormi estensioni agricole e la buona carne, la terra del tango e del mate…, insomma, la terra che un tempo fù, la “terra promessa” per milioni di italiani, di spagnoli…, e anche di tedeschi, greci… che qui trovarono un’opportunità (o anche no…), benvenuti in, Argentina!!!

L’autobus della “Manuel Tienda Leon”, collega i 35 Km di strada che dividono l’aereoporto Ezeiza da Buenos Aires, corre velocemente nel traffico intenso dell’autostrada Teniente General Pablo Ricchieri (un altro militare…), è già pomeriggio inoltrato, un piacevole calore primaverile ci ha accolto, l’orologio naturale dell’emisfero sud gioca con l’altro del nord in questo splendido scambio di ruoli che sono le stagioni…la curiosità è al massimo, le ville e villette, tutte con giardino, che dall’aereoporto ci accompagnavano, lasciano il posto a edifici sempre più alti, la grande metropoli si scopre offrendo scorci di viali alberati, strade trafficate, piazze…fino a quando, lasciata definitivamente l’autostrada, il bus si confonde nel traffico urbano, non aggressivo, però, si, traffico…e molto intenso, fatti si e no alcuni chilometri ecco che la piccola e funzionale stazione della Manuel Tienda Leon ci accoglie (a poche centinaia di metri dalla stazione dei treni e dei bus, giusto accanto all’antico porto, Puerto Madero), i pulmini che distribuiranno per la città noi passeggeri (compreso nel prezzo dei 65 Pesos), poco a poco fanno la loro comparsa, l’albergo prescelto è il Tribecca (sempre su trivago.es), il nome e le fotografie promettono bene, una volta arrivati, veniamo accompagnati ad un’abitazione  che dà a un cortile interno con i ballatoi (una volta, sicuramente erano numerose le famiglie che lo abitavano, e in quei ballatoi si affacciavano le signore per chiacchierare e stendere la biancheria, ogni casa era a stanza única con divisori fatti magari da tende o da mobili, case di povere famiglie con un bagno in ogni piano), la stanza è confortevole e curata nei dettagli, con bagno privato, superdoccia, televisore al plasma e frigo/bar…                                                                                                                                                                                             Una rápida escursione ai canalí televisivi locali per memorizzare l’accento tutto “personale” dei portegni (gli abitanti di Buenos Aires) e, pronti per conoscere la città!...       E’ curioso, camminando per le strade hai continuamente la sensazione di “dejavù”, l’impressione che hai è quella di ritrovarti in una delle tante città europee…Roma, Milano, Madrid, Parigi, Napoli (per le case mezzo diroccate con cui ogni tanto ti imbatti), edifici alti, bassi, stretti, larghi, sporchi, nuovi, parcheggi inventati grazie alla demolizione degli edifici che prima esistevano, che, aspettano una buona offerta económica per poi, costruirne nuovi e più alti…la Avenida 9 de Julio (in onore al giorno della Festa nazionale), ”la strada più larga del mondo” (140 metri), forse però sarebbe più da considerare, (alla fine sono tre strade che scorrono parallele e con nomi differenti), la “piazza più grande del mondo” (se poi un domani il traffico che scorre continuamente, passasse sotto terra…meglio ancora, ne guadagnerebbero in salute tutti quelli che ci transitano…e sarebbe un bellissimo “boluevard”), con l’obelisco che svetta severo a metà…qui, a chiusura dell’avenida un palazzo nella cui facciata (e anche nell’altro lato…) troneggia una gigantesca “siluette” di Evita Peron (figura intoccabile, ancora oggi venerata…) che di notte si accende come il richiamo di una “star” (in effetti era un’attrice, prima di conoscere Juan Peron…), e poi, l’illuminazione pubblica che in certe strade, molto debole, ti suggerisce di guardarti intorno…con sospetto…(ora “mi vedo” a Roma… con le luci deboli di sempre…, appese al centro della strada, che mi ricordano via Cavour…).                                                        Non molto distante dall’obelisco arriviamo nella “Plaza de Mayo”, la  piazza símbolo dell’Argentina (per la Casa Rosada, il palazzo presidenziale) dove ancora oggi le “abuelas” (le nonne) una volta la settimana si riuniscono per sapere a chi furono affidati i bambini, nati da donne in cinta, “desaparecidas”, vittime delle torture, nella stessa piazza si affacciano il Palazzo del Comune, la Cattedrale (con un’architettura imponente alla “francese”) e la Banca Argentina.                                      Il palazzo della “Casa Rosada”, con due forme architettoniche “incollate” fra di loro, costituito da un primo edificio che fù poi affiancato nel tempo da un secondo, più largo, con due disegni differenti tra di loro, dando come  risultato una costruzione fuori dalle caratteristiche tipiche…il palazzo prese il nome per il colore che si adoperò, il rosa, probabilmente di moda e anche económico in quel tempo grazie all’abbondanza del sangue dei vitelli macellati, mischiato alla calce...                                                                                                                                                                                                                                             E’ appena entrato in funzione l’impianto luci che illumina la Casa Rosada, non si sà a chi sia nata l’idea di utilizzare le gelatine fucsia!! l’effetto è che improvisamente pensi di trovarti di fronte a un teatro di Musicall!!!… non puoi credere ai tuoi occhi!!! viene da chiederti come, l’edificio più importante di Buenos Aires, dell’Argentina, il suo biglietto da visita…si trasformi la notte in una sorta di “Moulen Rouge”, pronto a presentare le 12+12 ballerine russe…mah… a metà della piazza, tagliandola in due, come un “muro di Berlino australe”…sono sistemate delle robuste e pesanti “grate” in ferro “mobili”…alte circa 2 metri (oramai in forma “permanente”, lo capisci per l’erba che cresce alla sua base…), a “protezione” della Casa Rosada dagli argentini che hanno scelto questa piazza quando vogliono protestare (un giorno si e uno no…, l’altro palazzo símbolo del potere prescelto per le dimostrazioni è il Palazzo del Congresso), c’è anche da osservare che la cancellata che cinge (questa sì, fissa) la Casa Rosada, dà l’impressione di non essere molto solida...(forse per questo, per non rischiare…).
Beh, si è fatto tardi, prima di rientrare al Tribeca, una buona cena a base di ottima carne argentina, un “asado misto”, per recuperare le forze, seduti al tavolo di un affollato ristorante nella pedonale calle Florida...con i “portegni” che frettolosamente raggiungono la “SUBTE” (la metropolitana), mentre poveri uomini e donne lavorano recuperando dai cassonetti della spazzatura, cartoni, plástica…(per poi rivenderla a prezzi stracciati)… rovesciando alla ricerca del prezioso materiale, tutto il contenuto degli stessi contenitori per la strada…insozzandola…e allora,
 Buona notte Buenos Aires, grande “isola europea, in america latina”!!! Ciao!!!

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