lunes, 28 de marzo de 2011

...Lima...e poi...

IL VIAGGIATORE QUALSIASI IL !5 LUGLIO 2010 SCRISSE:

Dopo avere passato agevolmente sia i controlli doganali che quelli della sicurezza (nell’attesa, in aereoporto, ogni tanto il megafono chiamava i nomi di passeggeri diretti in Europa...è la prassi che eseguono ogni volta che il volo và al vecchio Continente, “a sorte”, cosi dicono, ma poi lo fanno con tutti, ” invitano” i passeggeri a scendere al deposito bagagli in partenza, ad aprire la valigia e a far controllare il contenuto...è una pratica folle...se facessero il controllo prima di fare il chek-in il tutto sarebbe più semplice, l’Europa non vuole ricevere “ufficialmente” la droga..., mentre invece essendo il nostro, un volo interno americano,...no ) ci riceve l’aereo della Lan proveniente da Cali (Colombia) e le assistenti di volo ci invitano ad allacciare le cinture di sicurezza mostrando per l’ennesima volta il filmato che indica tutte  le procedure di emergenza...si parte!.                   E’ anche oggi una splendida giornata a Quito, l’Airbus si alza agevolmente lasciando sotto di sè la città andina e infilandosi in una coltre di nubi che ci accompagneranno con schiarite e vedute spettacolari delle Ande innevate... fino alla “nube” fantozziana della capitale peruviana.            Eccomi di nuovo a Lima!, espletati i controlli di immigrazione esco dall’area bagagli e cerco il tassista con il mio nome, questa volta alloggerò in un Hostal differente, l’ho trovato in internet (il precedente Hostal, El patio,  non aveva posto) che per una cifra di 70 Dollari mi offre anche l’auto gratis dall’aereoporto, non male...finalmente un signore attempato fà capolino nella varietà di cartelli con nomi e cognomi di tutte le nazioni, è lui che ha il cartello con il mio nome ed è colui che mi prenderà in custodia...               Montati in macchina scopro che è figlio di italiani, venuti in Perù 70 anni fà e mai più ritornati a Carrara, il signore, sessant’anni portati male...mi racconta che prima era economista poi...i giovani hanno preso il suo posto e per campare lavora avanti e indietro con la sua auto che denota un uso “intenso” (come lui, e come i suoi occhiali da vista, sul cruscotto della macchina, sbattuti qui e là per il movimento della macchina...).              Per le strade già mi oriento, mi sento come in casa, sò dove ci si deve dirigere per arrivare a Miraflores (nata come rancho e poi cresciuta fino ad unirsi alla città madre) la città/quartire più elegante di Lima, la strada discende rapidamente fino a costeggiare il mare, qui continuano i lavori per ampliare la strada e per ricavare una “passeggiata” e una spiaggia artificiale...un posto di blocco della polizia rallenta la circolazione, cosa che permette al mio autista di mettersi la cintura di sicurezza...non si sa mai...               Mi rendo conto anche di un’altra particolarità di questa città, “non esiste il sistema per lo scarico delle acque piovane”! infatti non piovendo mai, Lima non dispone delle fogne per l’acqua che scende dal cielo e se per caso succede come è accaduto tempo fà...la città si ferma impazzita perchè, oltre alla felicità della gente, provoca seri problemi alla circolazione delle auto grazie a al fatto che si formano veri e propri “laghi”...(per non parlare delle case che non hanno i tetti adatti...anche questi come le strade sono “piatti”...non piove...).                 L’Hostal che mi accoglie è di qualità nettamente inferiore al precedente, la fotografia di presentazione mi ha tratto in inganno però almeno è vicino al mare, si fà per dire...esco e insieme a me finalmente il sole fà la sua tiepida però luminosa apparizione, le cose cambiano, tutto è più allegro, decido di dirigermi al mare...e qui ho come un effetto “miraggio”, lo spiego, abituato nelle nostre città a vedere, “a livello del mare”..., mentre ci si avvicinina poco a poco ci si ritrova con i piedi immersi nell’acqua...bene, qui a Lima non è cosi’!                   Dunque, dicevo, camminando sull’Avenida Larco “vedo” il mare, mi avvicino (o credo di avvicinarmi) e arrivo fino a quello che io credo sia la delimitazione  fatta da una balaustra con la spiaggia...nulla di tutto questo, mi affaccio e un senso di vertigine improvviso mi prende...sotto di me si apre un intero Centro Commerciale a più piani con ristoranti, negozi, bar!... che scendono e scendono, ma non è finita li’, proprio sotto il Centro “Larcomar” a 300 metri più giù finalmente cè la spiaggia!!!! Caspita che effetto!!!! La vista si perde e ti ricordi allora che sei in un altopiano che si getta nel mare...                     E’ una sensazione bellissima, è come stare in una montagna e vedere lo spettacolo...l’Oceano Pacifico che si fà bello agli occhi di tutti noi affacciati ed emozionati, con la differenza che sei in piena città!!!                   Ripresa la passeggiata rientro nel traffico delle strade, tra i numerosi pulmini privati che circolano continuamente (sono da 20 posti a sedere, non voglio pensare quanti in piedi...) con le scritte che ti indicano i quartieri dove fanno servizio, e poi i taxi...sono tanti...ma tanti...cè da pensare che in questa città ci sia un taxi ogni due auto, o meglio, qui chi ha un’auto è un potenziale tassista...basta comprarsi delle strisce una bianca e una rossa (catarifrangenti) e applicarle nella carrozzeria o magari spendere di più e montare il dispositivo luminoso e... “voilà” la tua macchina è diventata un taxi!!!! (ovviamente è superfluo ricordare di contrattare il prezzo prima di entrare nel mezzo...comunque nessuno ha il tassametro!) e se camminando senti che ti chiamano o ti suonano o vedi che accendono gli abbaglianti non è perchè hai fatto colpo...(ma chi ti credi d’essere...), nulla di tutto questo, sono i “Tassisti” che si fanno “pubblicità”, ti corteggiano,  hai bisogno di un taxi e non sai dove trovarlo? ma è qui, accanto a te, pronto all’uso!!             Ho poi portato a un ciabattino (la cosa mi ha fatto sentire uno del posto...) che per 25 Soles (1 Euro) ha promesso di ricucirmi un borsone che mi ero fatto fare a Quito (la sarta, molto brava..., ha usato un filo “normale” e all’arrivo a Lima il borsone, pieno, era quasi sfatto...), e poi per necessità di “Soles” (la moneta locale) ho cercato uno “scambista”.               In questa avenida è facile incontrarne  molti, li vedi con facilità perchè hanno applicate le scritte sul giubbotto in verde fosforescente, nelle guide turistiche ti sconsigliano però il tutto è assolutamente legale..., mi dicono che oggi il dollaro è sceso, bene allora cambio gli euro (mi sento di nuovo ricco! siamo una Potenza...) e, avendo fame, decido che scarto il pollo alla brace (ottimo comunque) e mangierò un ottimo cheviche (si legge sevice), piatto di bandiera della costa pacifica, con la variante che in Ecuador è più una zuppa mentre qui è come un secondo piatto, ma ottimo lo stesso e il coriandolo ne fà da padrone...                 Bene, la giornata volge al termine per me, però la città continua a vivere la sua vita capitolina.. l’immagine che ti dà (parlo di Miraflores...) è quella di una città occidentale , sicura, per certi aspetti, per altri (tutta Lima), ti ricorda che sei in una bella e antica terra con segreti secolari che racchiude e che ama, e che distrugge (i terremoti...) e che è pronta a farli conoscere (in parte...) a chi si avvicini e con cortesia, chieda, veda ed ascolti...forse, rimandata dalla voce dell’oceano...qualche parola, qualche sussurro...se ascolti bene...ti arriverà...
Napaikuy Lima!!!...Napaikuy a te caro amico che hai con me condiviso questo bel viaggio!!
Alle ore 19 (di Lima)  il grande “bestione “ di Iberia ci riporterà in Europa, abbandonando rapidamente la notte sudamericana e incontrando il sole che, da vera “stella” ci ricorderà come il suo compito lo porti a compiere il suo ciclo sempre, e poi sempre..., come sempre, e poi sempre, la grande America del Sud continuerà a raccontare a tutti coloro vogliano ascoltarla..., la sua verità...

Caro amico, grazie per avere condiviso il viaggio che mi ha portato nelle splendide e affascinanti terre di questi Paesi sudamericani, uomini e donne che vivono la loro cultura e la loro vita, offrendo a noi curiosi le meraviglie naturali di cui dispongono.                  Oggi ci rendiamo conto sempre di più che il tutto però appartiene anche a noi..., siamo vincolati gli uni agli altri e ne siamo parte integrante..., sempre di più il nostro cibo e i nostri abiti provengono da siti nel mondo di cui nemmeno sappiamo l’esistenza...è per questo che ti auguro, un giorno, un giorno qualsiasi...di fare una piccola e comoda valigia e partire..., a raccontare anche tu, magari, le Memorie di un viaggiatore qualsiasi..., a te questa dedica, e a te, questo augurio, Napaikuy!!












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