IL VIAGGIATORE QUALSIASI IL 10 LUGLIO 2010 SCRISSE:
Brevi e importanti notizie su come degli uomini (Padri cattolici) hanno apportato per l’Ecuador importanti cambiamenti...
A Quito un Padre americano ebbe l’idea di riunire sotto un unico tetto molti anni fà (1964), i ragazzini della strada (molti di loro lustrascarpe) insieme alle loro famiglie, dando la possibilità di studiare disponendo di vari pasti al giorno sicuri per apprendere attraverso lo studio, un futuro lavoro. E’ lunga la giornata nei complessi che oggi ospitano il “Centro del muchacho trabajador” (ovvero, Centro del ragazzo lavoratore, www.centromuchachotrabajador. org ) nei differenti quartieri di Quito: Cotocollao, La Marin oppure nella “Gota de leche”, altra struttura dedicata in prevalenza all’assistenza dei piccoli denutriti. Circa 2000 persone vengono oggi aiutate a vivere una vita migliore e a sperare in un futuro, dalla doccia giornaliera a cui devono sottoporsi i giovani (con un controllo per evitare scomodi “ospiti”, il tutto segnato su cartelle per confermarne l’igiene) ai controlli sanitari (varie centinaia sono i collaboratori esterni che interni che danno il loro apporto gratuitamente) che a corsi di prevenzione e di formazione. I Centri chiudono solamente 2 giorni all’anno, le famiglie assistite vivono la loro vita al di fuori del Centro e uno spirito solidario li spinge ad aiutarsi come per esempio, quando uno di loro ha necessità di realizzare modifiche nella propria casa, si riuniscono per eseguire insieme il lavoro dedicando il loro giorno di riposo.
Sempre a Quito il coraggio e la volontà di Padre Giuseppe Carolo, italiano di nascita ma ecuatoriano nel cuore (ha vissuto 50 anni in questa terra ed è morto 3 anni fà) ha fatto realizzare uno degli ultimi e forse il piu importante progetto da lui tanto desiderato: un ospedale ginecologico e un servizio di emergenza 24 ore aperto a tutti, “Un canto a la vida” , questo il nome del complesso aperto da pochi mesi nel sud della città ha un sistema libero, chi può paga un tiket minimo di 3 Dollari e per chi non può è gratis, è oggi il migliore in forma “pubblico / privata” di Quito. Nei suoi 50 anni di lavoro Padre Carollo ha combattuto per realizzare molti progetti per le persone con poche disponibilità economiche come: centri medici, biblioteche, case, scuole, chiese e addirittura un’università!
Il “Salinerito” è un piacevole formaggio che noi ospiti di casa Rita gradiamo e mangiamo con molto piacere, ad ogni ora del giorno e della notte (molto spesso è la nostra cena), tagliato e messo sopra le fette di pane, scaldato nel fornetto è veramente gustoso, questo formaggio dolce/salato è commercializzato in tutto l’Ecuador oggi in 25 differenti tipi (compresi la mozzarella e il parmigiano, veramente è formaggio di pecora, gustosissimo, che con il parmigiano non ha nente a che vedere però à ottimo come accompagnamento alla pasta) grazie all’energia e l’intuizione del Padre Antonio Polo, italiano che incominciò a mettere sù questo progetto dal 1970. Il formaggio viene prodotto nelle Saline de Bolivar o “Tomabela” (a quasi 270 Km s al sud di Quito), sulle montagne omonime (3.800 mt.) che poi scendono verso la vallata del Los Rio... verso l’Oceano Pacifico... Dalla mattina presto dalle varie fattorie vengono portati con gli asini i bidoni con il latte appena munto ai centri di raccolta che poi provvedono a far confluire il tutto al centro principale che stà proprio a Salinas de Bolivar. Il paese conta oggi anche su un piccolo Hostal che propone al cliente i vari prodotti della zona (nei piatti proposti anche ottime trote abbondanti nei suoi fiumi, o i funghi secchi), coltivato nella zona anche il frutto del cioccolato che viene poi venduto alla Ferrero (che ha una fabbrica in Ecuador) e particolari le essenze che vengono raccolte in abbondanza. In totale sono quasi 30 le Comunità che partecipano a questo grande lavoro messo in piedi dal Padre italiano che ancora oggi dirige e stimola con nuovi progetti affinchè nessuno rimanga senza lavoro nella regione, dando anche la possibilità ai giovani di studiare e di approfondire la propria cultura e ampliandola ( www.salinerito.com ).
Napaikuy, o, nella lingua di Rosi...Qayakama!
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