lunes, 28 de marzo de 2011

...Casa Rita...

IL VIAGGIATORE QUALSIASI L'8 LUGLIO 2010 SCRISSE:

Si dice che nulla venga a caso nella vita... “per caso” io conobbi la casa di Rita Minoli.                La sua famiglia proviene dall’Italia, sia il padre (da qui il suo cognome) che la madre erano di Verbania, un piccolo paese vicino al Lago Maggiore, dopo la guerra la fame era tanta nel Bel Paese e, nonostante le promesse di nuovi e migliori futuri, il padre di Rita ebbe l’occasione di poter scegliere tra tre paesi all’estero dove poter andare a lavorare, scelsero, lui e la moglie, l’Ecuador, allora ancora vergine o, come meglio dicevano, scelsero...il Paradiso! Un paradiso allora poco battuto dai commerci  internazionali e vivere nella capitale, Quito, allora una piccola città di provincia.                           Il lavoro che poi lo accompagnò per il resto della sua vita, fu quello di impiegato in una fabbrica di cappelli di feltro di un’altro italiano, Eugenio Valle Norero, tale lavoro gli permise anche di potersi costruire la casa e poi un’altra e un’altra ancora...quest’altra ancora, è oggi la casa di Rita, in uno dei punti più rinomati della nuova città, costruita negli anni 60/70 immersa nel verde e isolata dal traffico  che scorre a qualche decina di metri.                                 Entrando in casa sembra che il tempo si sia fermato, è però una sensazione di tranquillità quella che ti accompagna, la casa che ha solamente un primo piano, rimane solitaria seppure abituata ad accogliere amici ed ospiti che oramai vengono da tutti i Continenti  (il passa parola...) e trovano qui il loro punto di riferimento.                             Il giorno inizia, ogni giorno...,alle 6 (vi garantisco che è un piacere svegliarsi a quest’ora) con la preparazione della colazione, un carrello a vari piani ospita generosi frutti che vengono sacrificati per il piacere di un ricco nutrimento per gli ospiti, è infatti la padrona di casa che, puntuale come un orologio, prepara minuziosamente le conche di frutta varia, lasciando poi ad ognuno il completamento della colazione a seconda dei gusti.                  E come un gioco teatrale, Rita esce a lavorare (è psicologa in una scuola) ed  appare verso le 8 la mitica Rosi, la nostra amica indigena, sempre elegante nel suo completo “locale” in camicia bordata e la gonna plissettata, viene dalla fredda mattina quitegna, ma è pronta, come sempre, a regalare un sorriso e una bella risata, tocca a lei preparare il pranzo e a governare la casa, ogni giorno con calma e sapienza prepara piatti leggeri e gustosi, mette in pratica le ricette per la maggior parte equatoriane (riso, vegetali in differenti proposte, carne...e frutti che non vengono disdegnati dalle pietanze salate con le quali si fondono perfettamente) e non disdegnando però i piatti che noi ospiti a volte prepariamo...(Rita il fine settimana si cimenta preparando con successo la  pasta fresca come, ravioli, tagliatelle, gnocchi di patate...eredità della madre...accompagnata dalla voce di un giovane Claudio Villa o altri cantanti degli anni 60 o 70, che fanno parte di una discreta collezione di “cassette” portate dall’Italia ai tempi.. ed è anche una grande amica sempre a disposizione ad ascoltare e a chiacchierare con tutti noi ospiti).                         La vita continua discretamente...è un entrare ed uscire nella casa...la giornata scorre tranquilla nel bell’ambiente accogliente e tanti sono gli amici che passano, chiamano al telefono...è un’altra maniera di vivere qui, l’Ecuador regala sempre il piacere di un sorriso, di una gentilezza, sarà forse l’altra faccia della medaglia di un Ecuador poco sicuro che cè all’esterno?..., forse, però sicuramente i genitori di Rita le hanno fatto un gran bel regalo, forse il più bel regalo della sua vita, farla nascere nel Paradiso....Napaikui!     








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