Memorie di un viaggiatore qualsiasi…VIAGGIO A ESMERALDA,
¡Holé!
E`stata pura
casualitá (ma no, non credo alle casualitá...), l’altro giorno, prendendo un
caffè a casa di Rita Minoli, nella Rusia con Eloy Alfaro, a Quito, e parlando
del programma che avevo in mente di realizzare, per le restanti 2 settimane
ecuatoriane, le parlai dell’intenzione di andare a passare qualche giorno al
mare (oceano Pacifico), ed esattamente, ad Esmeralda, a nord, luogo turistico
in grande sviluppo. Con mia sorpresa, Rita mi parló della possibilità
di alloggiarmi nella casa di suo fratello, Gino, casa delle vacanze che ha
giusto li, dai tempi in cui allora non esisteva il concetto di “sviluppo
turistico”..., in quella zona che oggi prende il nome di Tonsupa, nel distretto
della città di Atacames. Comprato
quindi il biglietto per il bus della “TRANSESMERALDA”
(non facciamo giochi di parole...è una Compagnia di trasporti...seria!...),
alle 8,30 del mattino, siamo partiti in perfetto orario (due persone, arrivate
giusto a quell’ora, bloccando il conduttore chiesero se poteva aspettare per
partire nello stesso bus, la risposta: “pregunte a la señorita en la oficina”;
traduzione: domandi alla signorina nell’ufficio, io me ne vado...), cosi, senza
i due ultimi arrivati, il bus arancione si muove agilmente nel traffico
mattutino, dimostrando però i tanti anni di servizio nel momento di affrontare
le ripide strade della capitale, e, sotto un cielo azzurro, con poche nuvole
minaccianti, abbandoniamo la città verso nord/ovest, attraverando la linea
immaginaria dell’ecuatore, immergendoci nella foltissima vegetazione
sub-tropicale, in direzione di Mindo...
Le ore di viaggio? tipico di certe culture latine americane..., quando
chiedi, mai nessuno ti dà una risposta chiara, non sai esattamente quante ore
ti separano dal luogo d’arrivo, possono essere 6, 7, 8..., ore di viaggio, nessuno lo dice con
precisione, nonostante che, per esempio, i 2 autisti che si daranno il
cambio nel viaggio, conoscano
esattamente il percorso e i tempi. Curve e contro curve, il bus continua a
scendere dai 2.800 metri di Quito, e fermandosi ogni tanto a far salire
venditori ambulanti ai differenti piccoli paesetti che attraversiamo,
insegnandoci un’umanità a cui già non siamo abituati, dai tanti rivenditori di
tutto e di più, ai ristorantini casalinghi, al poliziotto che dirige un
traffico immaginario, ed ai bambini, continuamente presenti che, con
un’immaginazione antica, giocano e si divertono tra di loro, senza nulla,
magari con un bastone, con una cosa che assomiglia ad una palla, costruiscono
storie tutte loro, dando continuamente, a me, passeggero europeo, l’immagine di
una vita, povera, ma ricca comunque di un’umanitá dei tempi perduti...ma reali. I venditori ambulanti, come dicevo, offrono,
dal pane di yucca appena fritto, alle bustine, in offerta, 5x2 dollari, con
noccioline caramellate, dall’acqua agli occhiali ultima moda (ma,
assolutamente, anti raggi UVA, per non danneggiare gli occhi, a soli 10
Dollari!), salgono sul bus, in un paesetto, e scendono nell’altro, aiutati
amichevolmente dall’assistente di bordo o dall’autista che, spesso e
volentieri, vengono omaggiati da uno dei prodotti...per soli 25 centavos di
Dollaro, cercano dall’alba al tramonto di guadagnarsi da vivere, e i
viaggiatori premiano volentieri, o per necessità, comprando la mercanzia proposta. A metà percorso (verso le 12), il bus fà
sosta in un punto ristoro, l’aspetto è quello come tutti i locali inventati, una
costruzione che, poco a poco, si è ingrandita, pezzo per pezzo, un bagno tira
l’altro..., grazie ai guadagni del lavoro che la compagnia Transesmeralda apporta,
con tutti i viaggiatori che lì, sostano.
Ha appena finito di piovere e, sotto un caldo umido, una giovane
spigliata (non manca di chiamarti “amorcito”), dirige e gestisce un banco di
prodotti cucinati, con tanti fornelli accesi, riscaldando continuamente la
merce, invitandoti a fare la tua scelta per un pasto veloce, quanto
economico. Dalle banane fritte alle
“patacones”, tipo di patate lesse e poi fritte (per
il piacere del fegato...), al “chancho” il maiale omni-presente nella cucina di qui, stra-cotto, ma in procinto di essere mangiato ugualmente..., all’immancabile mais, proposto in tutte le varianti, con contorno di insalata mista. Per 2 dollari ti porti via un piatto caldo, inclusa una bibita, e, seduto ad uno dei differenti sgabelli/sedie del ristorante, mangi con avidità il tutto, senza fare caso se il tavolo è pulito o no, e senza togliere gli occhi di dosso agli autisti che, anche loro, si concedono un meritato pasto. E dopo una mezz’ora di sosta ristoratrice, il bus si rimette in viaggio, continuamente scende e sale, il paesaggio và leggermente cambiando, tanta e tanta la ricca vegetazione che ci accompagna, fitte foreste e campi ricchi di tutti i tipi di frutti si propongono, colline che diventano improvvisamente pseudo monti, a scorci di vallate spettacolari che mostrano per brevi momenti abbondanti fiumi di acque giallastre, e, nuvole che minacciano di scaricare... Arrivati in quella che sembra una pianura, la strada si immette in un’altra a 4 corsie, l’illusione di poter finalmente correre e giungere alla meta in poco tempo, viene naufragata dal passaggio continuamente nei paesi / cittadine, con la continua varietà umana, ci abituiamo rapidamente a capire che le ore si accumuleranno alle ore..., e la strada continuamente si allarga per poi rapidamente restringersi, sorpassi impossibili tra giganti affannati a salire ripide curve che continuamente nascondono altri mezzi che incrociano con la normalità di sapere che ad ogni curva la fretta nasconde altri pazzi al volante... E finalmente, arriviamo nella caotica città di Esmeralda, capoluogo di provincia, dove il petrolio è parte integrante del paesaggio e fonte di guadagni, e dove giganteschi cartelloni pubblicitari ti ricordano che “il pertolio è il nostro amico”... Ed infine, dopo 8 ore di viaggio (non ne posso più!), arriviamo all’agglomerato / futura città turistica di, Tonsupa, dove, traballante ma contento, scendo dal bus, insieme a una nutrita schiera di viaggiatori...
Napaykuy...Esmeralda,
Napaykuy...Tonsupa







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