viernes, 12 de abril de 2013

VIAGGIO A ESMERALDA, ¡Holé!



Memorie di un viaggiatore qualsiasi…VIAGGIO A ESMERALDA, ¡Holé!
E`stata pura casualitá (ma no, non credo alle casualitá...), l’altro giorno, prendendo un caffè a casa di Rita Minoli, nella Rusia con Eloy Alfaro, a Quito, e parlando del programma che avevo in mente di realizzare, per le restanti 2 settimane ecuatoriane, le parlai dell’intenzione di andare a passare qualche giorno al mare (oceano Pacifico), ed esattamente, ad Esmeralda, a nord, luogo turistico in grande sviluppo.   Con mia sorpresa, Rita mi parló della possibilità di alloggiarmi nella casa di suo fratello, Gino, casa delle vacanze che ha giusto li, dai tempi in cui allora non esisteva il concetto di “sviluppo turistico”..., in quella zona che oggi prende il nome di Tonsupa, nel distretto della città di Atacames.   Comprato quindi il biglietto per il bus della “TRANSESMERALDA” (non facciamo giochi di parole...è una Compagnia di trasporti...seria!...), alle 8,30 del mattino, siamo partiti in perfetto orario (due persone, arrivate giusto a quell’ora, bloccando il conduttore chiesero se poteva aspettare per partire nello stesso bus, la risposta: “pregunte a la señorita en la oficina”; traduzione: domandi alla signorina nell’ufficio, io me ne vado...), cosi, senza i due ultimi arrivati, il bus arancione si muove agilmente nel traffico mattutino, dimostrando però i tanti anni di servizio nel momento di affrontare le ripide strade della capitale, e, sotto un cielo azzurro, con poche nuvole minaccianti, abbandoniamo la città verso nord/ovest, attraverando la linea immaginaria dell’ecuatore, immergendoci nella foltissima vegetazione sub-tropicale, in direzione di Mindo...   Le ore di viaggio? tipico di certe culture latine americane..., quando chiedi, mai nessuno ti dà una risposta chiara, non sai esattamente quante ore ti separano dal luogo d’arrivo, possono essere 6,  7, 8..., ore di viaggio, nessuno lo dice con precisione, nonostante che, per esempio, i 2 autisti che si daranno il cambio  nel viaggio, conoscano esattamente il percorso e i tempi.   Curve e contro curve, il bus continua a scendere dai 2.800 metri di Quito, e fermandosi ogni tanto a far salire venditori ambulanti ai differenti piccoli paesetti che attraversiamo, insegnandoci un’umanità a cui già non siamo abituati, dai tanti rivenditori di tutto e di più, ai ristorantini casalinghi, al poliziotto che dirige un traffico immaginario, ed ai bambini, continuamente presenti che, con un’immaginazione antica, giocano e si divertono tra di loro, senza nulla, magari con un bastone, con una cosa che assomiglia ad una palla, costruiscono storie tutte loro, dando continuamente, a me, passeggero europeo, l’immagine di una vita, povera, ma ricca comunque di un’umanitá dei tempi perduti...ma reali.    I venditori ambulanti, come dicevo, offrono, dal pane di yucca appena fritto, alle bustine, in offerta, 5x2 dollari, con noccioline caramellate, dall’acqua agli occhiali ultima moda (ma, assolutamente, anti raggi UVA, per non danneggiare gli occhi, a soli 10 Dollari!), salgono sul bus, in un paesetto, e scendono nell’altro, aiutati amichevolmente dall’assistente di bordo o dall’autista che, spesso e volentieri, vengono omaggiati da uno dei prodotti...per soli 25 centavos di Dollaro, cercano dall’alba al tramonto di guadagnarsi da vivere, e i viaggiatori premiano volentieri, o per necessità,  comprando la mercanzia proposta.   A metà percorso (verso le 12), il bus fà sosta in un punto ristoro, l’aspetto è quello come tutti i locali inventati, una costruzione che, poco a poco, si è ingrandita, pezzo per pezzo, un bagno tira l’altro..., grazie ai guadagni del lavoro che la compagnia Transesmeralda apporta, con tutti i viaggiatori che lì, sostano.  Ha appena finito di piovere e, sotto un caldo umido, una giovane spigliata (non manca di chiamarti “amorcito”), dirige e gestisce un banco di prodotti cucinati, con tanti fornelli accesi, riscaldando continuamente la merce, invitandoti a fare la tua scelta per un pasto veloce, quanto economico.  Dalle banane fritte alle “patacones”, tipo di patate lesse e poi fritte (per






il piacere del fegato...), al “chancho” il maiale omni-presente nella cucina di qui, stra-cotto, ma in procinto di essere mangiato ugualmente..., all’immancabile mais, proposto in tutte le varianti, con contorno di insalata mista.    Per 2 dollari ti porti via un piatto caldo, inclusa una bibita, e, seduto ad uno dei differenti sgabelli/sedie del ristorante, mangi con avidità il tutto, senza fare caso se il tavolo è pulito o no, e senza togliere gli occhi di dosso agli autisti che, anche loro, si concedono un meritato pasto.   E dopo una mezz’ora di sosta ristoratrice, il bus si rimette in viaggio, continuamente scende e sale, il paesaggio và leggermente cambiando, tanta e tanta la  ricca vegetazione che ci accompagna, fitte foreste e campi ricchi di tutti i tipi di frutti si propongono, colline che diventano improvvisamente pseudo monti, a scorci di vallate spettacolari che mostrano per brevi momenti abbondanti fiumi di acque giallastre, e, nuvole che minacciano di scaricare...   Arrivati in quella che sembra una pianura, la strada si immette in un’altra a 4 corsie, l’illusione di poter finalmente correre e giungere alla meta in poco tempo, viene naufragata dal passaggio continuamente nei paesi / cittadine, con la continua varietà umana, ci abituiamo rapidamente a capire che le ore si accumuleranno alle ore..., e la strada continuamente si allarga per poi rapidamente restringersi, sorpassi impossibili tra giganti affannati a salire ripide curve che continuamente nascondono altri mezzi che incrociano con la normalità di sapere che ad ogni curva la fretta nasconde altri pazzi al volante...   E finalmente, arriviamo nella caotica città di Esmeralda, capoluogo di provincia, dove il petrolio è parte integrante del paesaggio e fonte di guadagni, e dove giganteschi cartelloni pubblicitari ti ricordano che “il pertolio è il nostro amico”...   Ed infine, dopo 8 ore di viaggio (non ne posso più!), arriviamo all’agglomerato / futura città turistica di, Tonsupa, dove, traballante ma contento, scendo dal bus, insieme a una nutrita schiera di viaggiatori...
Napaykuy...Esmeralda, Napaykuy...Tonsupa




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