Ho
appuntamento nel tranquillo e piovoso pomeriggio domenicale di Ottobre con Remi
(all’anagrafe Remigio Mandas, di Elmas) e
con sua moglie Marleny Gonzalez, nel loro ristorante/pizzeria nel quartiere di
San Bartolo, al sud della capitale ecuatoriana, Quito. Ho saputo
casualmente durante un mio viaggio al sud dell’Ecuador, attraverso suoi amici,
dell’esistenza in terra sud americana del conterraneo e, grazie ad un messaggio
inviatogli attraverso le reti sociali, mi ha invitato ad incontrarci per
presentarmi il suo nuovo progetto. Sceso
dall’autobus che copre una delle linee nord/sud della capitale trovo facilmente
il locale grazie al segnale classico che contraddistingue i prodotti “Made in
Italy”, una bandiera italiana dipinta su
un grande pannello insieme alla scritta “Pizza Da Remi”. E come non poteva essere differentemente lui e
lei mi accolgono con grande affetto (come un incontro tra amici di un tempo). Nel locale regna l’ordine e la pulizia,
tavolini che sembrano fatti artigianalmente, la cucina, e il forno per le pizze
realizzato dallo stesso Remi (in Ecuador non ha trovato il forno ideale…mi
dirà) e, di fronte ad una tazza di caffè appena fatto (l’Ecuador è uno dei
maggiori produttori di caffè nel mondo) mi racconta la sua lunga ed intensa
vita. Spinto a “cambiare aria” all’età di 24 anni
(la drammatica morte di suo fratello maggiore, provocata da un incidente sul
lavoro fù talmente dura per lui che si isolò dal resto del mondo) Remi fu
invitato in Olanda da un suo zio paterno che lavorava in un ristorante
pizzería, per cui, prima nel paese di Wageningen
poi in quello di Leiden, la necessità di sostenersi economicamente lo spinsero ad
imparare l’arte della pizza. In poco tempo e velocemente apprese questo duro
ma creativo lavoro raccogliendo positivi consensi dai numerosi clienti che
giornalmente affollavano il locale (racconta
che l’appetito e il piacere di mangiare degli olandesi arrivava a far uscire
dal forno 800 pizze al giorno). Ma la specialità per la quale aveva con fatica
studiato in Sardegna era quella di costruttore navale, in qualità di meccanico
saldatore, per cui, alla prima occasione trovò lavoro in un’importante fabbrica,
insieme a tanti altri sardi che lì lavoravano.
E in quel paese del nord europa conobbe colei che è stata la madre degli
adorati quattro splendidi figli che, oltre che a parlare l’olandese e l’inglese,
appresero a capire il sardo e
l’italiano. Tanto era il lavoro che gli permetteva di godere di una vita
tranquilla quanto il desiderio di ritornare in Sardegna per cui, un bel giorno,
con tutta la familia decise che era arrivato il momento, per cui, caricata
all’inverosimile la macchina, solcato il mare, ricominciò a lavorare e questa
volta a Macchiareddu. Ma il destino voleva per lui nuovi cambiamenti
e dopo solamente un anno, le insistenze di sua moglie lo spinsero a rifare le
valigie e ritornare in Olanda.
Facendo
una pausa nel racconto Remi si alza per mostrarmi con orgoglio alcuni vassoi
che ha preparato per me, degli autentici “culurgionis” lavorati da lui, con
tutti gli ingredienti classici che dovrò “obligatoriamente” portarmi via… E riempita di nuovo la tazza con l’ottimo
caffè, scambiando un sorriso accativante alla sua dolce metà che condivide la
sua nuova scommessa, Remi riprende a raccontare, sempre accompagnato da una
particolare allegria ed energía come un giovane desideroso di mettersi per la
prima volta in gioco nella vita. Mi racconta quindi che nella casa in Olanda era
lui che sperimentava e creava nuovi
piatti per la familia grazie anche all’eredità culinaria appresa in casa ad
Elmas, e, come a volte succede, disaccordi e malentendimenti portarono poi un
giorno alla separazione dalla sua compagna olandese. Oramai sembrava che la sua vita fosse
destinata a continuare nel paese dei tulipani, quando, grazie ad una chat, e grazie
alle decine e decine di ore incollato al computer conobbe, a migliaia di
chilometri di distanza, Marleny, ecuatoriana, impiegata nel più importante
giornale della capitale. Ore e ore di chiacchierate cibernetiche (la
lingua spagnola Remi l’ha appresa attraverso il continuo dialogo con Marleny e
anche grazie alla consultazione di libri per capire per esprimersi e scrivere
correttamente) crearono le basi per un incontro per conoscersi personalmente. E tanto fù l’amore che decisero di vivere insieme,
in Olanda, per altri cinque anni, continuando a costruire barche, fino al
giorno che decisero che era venuto il momento di cambiare e di trasferirsi questa
volta a casa di lei, nel paese latino americano. E quale miglior lavoro per Remy se non
quello di fare, di nuovo, il pizzaiolo! Trasferitisi
quindi a Quito, per Remi le difficoltà per montare il locale si trasformarono in
nuove occasioni per apprendere, come per esempio, la necessità di trovare un
forno adatto per le pizze lo portarono a fabbricarselo con le sue stesse mani,
come del resto gli arredi tutti fatti su misura da lui. Rapido fù il successo nel piccolo locale che
decisero di allestirne uno nuovo, ed è proprio qui, che, dopo la piacevole
chiacchierata, saluto Remi e Marleny dandoci appuntamento al prossimo anno,
sicuro che al mio ritorno troverò nuove sorprese che mi meraviglieranno.
No hay comentarios:
Publicar un comentario